CONCLUSIONI
XXVI CONGRESSO DI SPIRITUALITA’ ANTROPOLOGICA E DI ECOLOGIA SOCIALE
“VERSO UN’ECOLOGIA INTEGRALE”
ASSISI, 11-12-13 MAGGIO 2018
Nei giorni 11-13 maggio si è svolto ad Assisi il XXVI Congresso Nazionale di Spiritualità Antropologica e di Ecologia Sociale.
È stato un incontro partecipato, ricco di contenuti e spunti nuovi ed originali, un autentico contributo di crescita per il sistema dei Club, di tutti i Club, confermando e rafforzando rapporti di amicizia.
Anche la presenza del referente dei Club croati il dott. Zoran Zoricic e del pope Alexjei Baburin dei programmi alcologici promossi da decenni dal Patriarcato di Mosca, ha allargato orizzonti di amichevole cooperazione e di scambio. In particolare, la relazione di Alexjei ha offerto un interessante approfondimento circa il virtuoso rapporto tra pratica religiosa e protezione della salute.
Il Congresso è stato aperto da una riflessione di Padre Enzo Fortunato, francescano, direttore della sala stampa del Sacro Convento di Assisi, che ci presentato Francesco d’Assisi come vero e proprio “ribelle” rispetto al modo di concepire le relazioni e i rapporti umani del suo tempo, segnati da disparità ed esclusioni. Francesco d’Assisi propone anche oggi una affascinante ed impegnativa cultura ecologica integrale, che comprende cioè una attenzione a tutto l’esistente senza nulla trascurare, inizia dal disinquinamento personale da ciò che sporca ed imbruttisce, passa attraverso l’abbandono di ogni mezzo violento e la rinuncia alla gerarchizzazione dei rapporti, ed ha cara l’umanità dell’altro e di tutti.
Francesco ci invita ancora a togliersi ogni armatura e a far propria la cultura “dell’abbraccio” invece che quella della contrapposizione, estesa a tutte le relazioni vitali. Francesco con il proprio “abitare pulito”, disinquinato e fraterno, ci sprona a lavorare nella direzione etica, sociale e politica di una nuova ecologia di cui abbiamo oggi particolarmente bisogno.
Hudolin ci ha detto: “Se darò la possibilità almeno a un alcolista di godere con occhi sobri la bellezza del mondo che lo circonda, credo che avrò assolto il mio compito”.
La bellezza del mondo che ci circonda è la bellezza della natura, delle persone, del vivere insieme, delle nostre città. L’obiettivo che Hudolin prefigura è godere della bellezza del mondo, e per poterlo fare è necessario essere consapevoli, prestarvi un’attenzione puntuale, imparare a comprenderne i legami, le interconnessioni, gli equilibri e rispettarli ricordandoci che “l’attenzione è la forma più rara e più pura della generosità” (Simone Weil).
L’essere consapevoli è una capacità intrinsecamente umana ed emerge se prestiamo attenzione, qui ed ora, al dispiegarsi dell’esperienza e ci soffermiamo con la riflessione e la meditazione. Esiste una consapevolezza condivisa che potremmo chiamare coscienza collettiva ed i mutamenti nella coscienza collettiva sono alla base dei cambiamenti della cultura umana o spiritualità antropologica.
I cambiamenti culturali si trasmettono attraverso la comunicazione interpersonale ed essa non cambia solo le relazioni ma ha effetto direttamente sul nostro sistema nervoso. Gli sviluppi della scienza, delle neuroscienze in particolare, ci insegnano come i mutamenti spirituali o culturali non restano “nell’aria” ma diventano nuovi collegamenti nel cervello, nuove strutture cerebrali e questo processo continua per tutta la vita.
I temi della bellezza, dell’attenzione, della consapevolezza, della ricerca della felicità, della condivisione, della complessità, delle interconnessioni hanno attraversato tutti i lavori del Congresso.
L’Ecologia Integrale implica costruire ponti tra le nostre diversità e tra diversi tipi di comunità ed il miglioramento della vita umana all’interno dello spazio esistenziale.
In questa prospettiva non ci sono “soggetti deboli” ma persone con difficoltà all’interno dei contesti di vita e della complessità sociale e ambientale.
La complessità non è una difficoltà, ma l’espressione del mistero della vita ed un intreccio di potenzialità che stimola i Club a non esportare problemi ma risorse, positività, saggezza e sapienza.
L’Ecologia Integrale è affrontare la povertà culturale, economica, ambientale, spirituale derivanti dall’ingiustizia sociale, per restituire dignità all’uomo e, nello stesso tempo, prendersi cura della nostra terra.
Un Approccio Ecologico Integrale ci porta a:
- imparare a incontrare l’altro “dove lui si trova”
- ricevere nella gratuità
- mantenere attenzione, cura e disponibilità alle relazioni familiari. A volte è più facile essere disponibili verso l’esterno.
- porre attenzione al nostro equilibrio inteso come continuo movimento e ricerca
- ascoltare e accettare il proprio silenzio
- accettare e onorare le scelte diverse dalle nostre
- essere irriverenti e rivoluzionari
- riconoscere le nostre emozioni, nominarle, accettarle ed elaborarle
- considerare che la spiritualità è parte integrante dell’essere nella sua complessità e nel suo so-stare emozionale
- avere un “cuore ecologico”
L’Approccio Ecologico Sociale permette di costruire un percorso di ricerca della felicità e di confrontarci con la comunità sulle scelte e i comportamenti che la facilitano o la ostacolano. Nel Club si manifesta una “magica alchimia” legata alla sua natura, ritualità e struttura che favorisce un percorso verso una felicità profonda al punto che ci si può sentire felici anche in una situazione di grande sofferenza se si condivide un cammino.
Dall’esperienza del Club, nell’obiettivo di un’Ecologia Integrale, vogliamo essere testimoni che a migliorare sé stessi è possibile e così contribuire al “salvataggio del pianeta” (Hudolin).
Ringraziamo l’AICAT, tutti i Club e tutti coloro che, con la loro presenza attiva e cooperante ci hanno donato tre giorni intensi, produttivi e sereni.
Ci diamo appuntamento al XXVII Congresso di Spiritualità Antropologica ed Ecologia Sociale che si svolgerà ad Assisi nei giorni 10-11-12 maggio 2019 e per il quale si propone il tema “Il Club e il bene comune“.