USA, ecco quanto costa una sbornia all’economia americana: uno studio calcola le 26 conseguenze dell’abuso di alcol. Secondo il Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie statunitense, nel 2010 gli americani che hanno alzato troppo il gomito sono costati 249 miliardi di dollari, 100 dei quali, il 40% del totale, sono soldi pubblici. Ritardi al lavoro, scarsa produttività, incidenti e costi per la sanità: queste alcune ripercussioni prese in esame dai ricercatori.
Problemi di salute e una buona fetta di stipendio che finisce nelle casse di pub e discoteche. Non sono soltanto queste, però, le conseguenze dell’abuso di alcol. Secondo uno studio del Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie statunitense, nel 2010 gli americani che hanno alzato troppo il gomito sono costati all’economia 249 miliardi di dollari, 100 dei quali, il 40% del totale, sono soldi pubblici.
Ritardi al lavoro, scarsa produttività, incidenti e costi per la sanità sono solo alcune delle 26 conseguenze prese in esame dai ricercatori e che spiegano il peso dell’alcol sull’economia statunitense. Spese che nemmeno hanno subito gli effetti del periodo di recessione americana tra il 2007 e metà del 2009, facendo registrare comunque un aumento del 2,7% nel 2010.
Incidenti, malori, patologie. Una morte su dieci negli Stati Uniti è legata all’abuso di alcol. Ma birra, vino e superalcolici mettono in ginocchio anche l’economia americana che “paga” in media ogni bicchiere di troppo 2,05 dollari. Se un uomo adulto si concede, ad esempio, sette birre al pub, ovvero tre in più del limite oltre il quale si parla di binge drinking, la sua serata sarà costata all’economia del suo Paese 6,15 dollari. Ma tra i profili inseriti tra coloro che abusano di alcol non ci sono solo gli uomini che superano i quattro drink al giorno, o i 14 alla settimana, o le donne che vanno oltre i tre quotidiani, o gli otto settimanali. Lo studio, infatti, considera bicchieri di troppo anche quelli consumati dagli under 21 e dalle donne in gravidanza.
A farne le spese è soprattutto la produttività. Il 71,9% dei costi totali calcolati dai ricercatori del centro studi deriva proprio da un calo della produzione dovuto ai ritardi e le assenze al lavoro e a alle minori capacità produttive dei dipendenti. Percentuali alte che colpiscono soprattutto le aziende con molti impiegati o operai. Il secondo fattore di costo relativo al binge drinking è invece legato alle conseguenze sulla salute: l’11,4% dei costi totali sono proprio quelli sanitari per interventi in seguito a incidenti, malori e cura di patologie legate all’abuso di alcol.
Crimini, danni causati dagli incendi, incidenti stradali e conseguenze nel periodo di gravidanza rappresentano invece il 16,7% dei costi totali. A influire maggiormente è di gran lunga l’abuso di alcolici da parte della popolazione adulta: sono loro la causa del 76% delle spese per l’economia americana. Il 9,7% è invece conseguenza del consumo di alcol da parte degli under 21 e il 2,2% da parte delle donne in maternità.
Il fenomeno del binge drinking è un problema diffuso nella società americana. Secondo uno studio pubblicato dal National Institute on Alcohol Abuse and Alcoholism (leggi), nel 2013 il 24,6% degli over 18 americani si sono dati al binge drinking nell’ultimo mese, mentre il 6,8% si è dato all’heavy drinking, più episodi di binge drinking in una settimana. Le conseguenze? Circa 88 mila decessi nel 2013 sono legati all’abuso di alcol che, così, è diventata la terza causa di morte nel Paese.
Fonti: Giovanni Rosini – Il Fatto Quotidiano; Rassegna stampa vino, birra e altri alcolici del 3.10.15